Il piccolo Hans - anno XX - n. 77 - primavera 1993

manzi, orienta tutte le energie al servizio della sua vocazione letteraria. Il resto è tempo sprecato. Una ricetta per la felicità, questa di Edith Wharton, paragonabile alla monomania di James Rogers Rich, occupato per tutta la vita a dipingere il Taj Mahal? No di certo. Perché mentre il pittore amico di Douglas non avrebbe certo pensato alla sua monotona produzione artistica come a un ritratto fedele della sua personalità, Edith Wharton sceglie di riflettersi nei suoi romanzi come in uno specchio. Non sono soltanto un gioco divertente, ma la testimonianza di un talento ben speso. L'.individualità di Douglas passa attraverso un'altra scala di valori. Ne possiamo trovare le coordinate in una memoria che prende le mosse dalle teorie darwiniane, intitolata Utilità dei caratteri inutili. Senza entrare nei meriti scientifici del lavoro, pubblicato su Natural Science nel 1895, il titolo ci consente di mettere ancor meglio a fuoco l'atteggiamento di Norman Douglas. Per tutta la vita, con la stessa determinazione con cui James Rogers Rich dipinge il suo Taj Mahal, Norman Douglas coltiva i suoi caratteri inutili. Da qui la passione per gli «aparte e le note a piè di pagina», cui fa eco - siamo nel 1946, mezzo secolo dopo quello studio - l'osservazione, che si trova in Late Harvest: nella mia vita non mi sono mai divertito tanto come quando scrivevo, tra infinite difficoltà, noiose monografie su argomenti del tutto inutili. «Alcuni di noi sono nati centrifughi», scrive Douglas a proposito dell'incessante attività di Mrs. Webb, sempre occupata a trovare nuovi interessi per arrivare alla fine della giornata. Ma se Mrs. Webb era centrifuga perché sprovvista di qualsiasi risorsa intellettuale, Nctrman Douglas è centrifugo per il motivo opposto: Il talento- suggerisce EdithWharton in una pagi169

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