Il piccolo Hans - anno XX - n. 77 - primavera 1993

come un fulmine a ciel sereno e non gli importava che la gente se ne accorgesse. E la cosa più strana (strana cioè per la nostra mentalità inglese) è che la cosa non sorprese minimamente né sua madre né sua sorella; la giudicarono la cosa più naturale del mondo. "L'avete svegliato", mi disse la madre (p. 226). L'autobiografia di Edith Wharton non contempla passioni diverse da quelle letterarie. Il nome di Morton Fullerton, l'uomo con cui ebbe - come testimonia il carteggio - una lunga e passionale relazione non compare mai, nelle quasi trecento pagine di A Backward Glance. «Alla fine del mio secondo inverno a New York ero sposata»: così Edith Wharton inizia un capitolo, il quinto, delle sue memorie. Il titolo del capitolo è Amicizie e viaggi. Edith Wharton accenna infatti a una sola conseguenza del matrimonio, quando scrive, nella riga successiva all'annuncio della sua nuova condizione: «da allora, la mia sete di viaggi fu appagata». Ogni anno, in febbraio, i Wharton partivano per un viaggio all'estero. L'Italia, dove Edith aveva vissuto da giovane (suo padre, dopo la svalutazione del dollaro alla fine della Guerra civile si era trasferito con la famiglia in Europa «per risparmiare», p. 46) è una delle mete preferite. Tra questi viaggi ce n'è uno nelle Prealpi dove la coppia, in compagnia di Paul Bourget e di sua moglie Minnie, arriva guidata dal «suono dei nomi»: In quel periodo - scrive Edith Wharton - ero sotto l'incantesimo delle parole "le Alpi Bergamasche" (forse dovuto a un incontro recente con Verlaine), e convinsi i Bourget a compiere un'escursione attraverso questa regione misteriosa (p. 91). La comitiva viaggia a bordo di una diligenza noleggiata per l'occasione, mentre il marito di Edith li precede in bicicletta. Il suo ruolo era quello di éclaireur, che consiste 162

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==