Il piccolo Hans - anno XX - n. 77 - primavera 1993

L'incidente avviene ad Amalfi, nell'albergo dei Cappuccini. Quarant'anni dopo, Douglas ricorda ancora perfettamente la data: era il 22 maggio 1892. Per niente stanco del viaggio in carrozza che lo aveva condotto fin lì da Sorrento, il ventiquattrenne Douglas scende in giardino sottobraccio a due ragazze. Il gruppetto, troppo occupato a chiacchierare, non si accorge che «da qualche frondoso recesso là intorno, due paia d'occhi erano inchiodati sui nostri· innocenti divertimenti». Gli occhi sono quelli di Annie B., zitella pudibonda e velenosa che, con un'altra della sua stessa specie, prende nota di tutto, per poi scrivere una lunga relazione sull'incidente alla sua amica Mary. Non un'amica qualunque, ma una delle «ricche e ammuffite» zie di Douglas. Per di più, proprio quella che aveva in Norman il suo nipote preferito. Anche perché, confessa Douglas, «l'avevo efficacemente ammaestrata a credere che fossi l'unico membro casto della famiglia». La situazione, ovviamente, precipita: L'intensità del suo dolore divenne manifesta quando aprirono il testamento, nel quale io, il suo preferito, non ero nemmeno nominato. Così, grazie a quella pestifera bigotta di Amalfi, persi una rendita. Douglas reagisce alla perdita come farà più tardi, in altri momenti difficili. «Bruciarsi le navi alle spalle! Questo è stato sempre il mio sistema, in tempi di difficoltà» (p. 283). «Bruciamoci i nostri vascelli!», ripete ancora, qualche pagina dopo. Ma non sempre ci riesce senza ostacoli. Uno di questi è Marcel, che Douglas descrive così: 160 Era un tipo degno di studio, un voyou grassottello, ma straccione... Quasi un bambino, un prodotto dei bassifondi.[...] I moralisti lo avrebbero trovato un depravato. Io lo trovavo istruttivo. La compagnia di Marcel era un'educazione al di fuo-

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