Il piccolo Hans - anno XX - n. 77 - primavera 1993

ma non in Omero, secondo la quale Poseidone aveva crea­ . to quella terra in mezzo al mare «perché a quel tempo non v'erano ancora navi né navigazione»19 , e quindi gli uomini non potevano raggiungerla. La grotta prefigurerebbe dunque lo scenario del viaggio di Ulisse profetizzato da Tiresia: viaggio misterioso, che si spinge oltre la terra conosciuta, per ottenere il perdono di Poseidone. Ma il viaggio nell'antro delle Naiadi non sarebbe più spaziale ma temporale, novemila anni all'indietro, per usare la cronologia che Crizia racconta nel dialogo platonico. Troviamo un'ipotesi simile nel commento allegorico all'antro delle ninfe, del neoplatonico Porfirio, che afferma: I discepoli di Numenio... ritennero che Odissea per Omero fosse nell'Odissea l'immagine di colui che passa attraverso tutti gli stadi della generazione, per ritornare in tal modo tra coloro che sono estranei ad ogni flutto e inesperti del mare20 . Quindi non è certo nuova l'idea di interpretare il viaggio profetizzato da Tiresia «attraverso tutti gli stadi della generazione», cioè nel tempo e non nello spazio. L'espediente letterario di Omero sarebbe dunque quello di far compiere l'ultimo viaggio di Ulisse all'interno della sua stessa isola, che conserva in sé un luogo in tutto simile alla mitica Atlantide: il re di Itaca riesce ad arrivare all'inaccessibile restando a casa sua. Il remo è inutile, si può piantarlo in terra e offrire il sacrificio a Poseidone. Infatti per chi abita in Atlantide un remo non può essere altro che un ventilabro. L'analogia trà il passo del Crizia e la profezia di Tiresia è una forte tentazione: sono sufficienti questi particolari per poter collegare i due racconti ad una remota, ipotetica fonte comune? Da questa lettura l'inizio del tredicesimo canto sarebbe 16

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