Il piccolo Hans - anno XX - n. 77 - primavera 1993

Mr. Rogers Rich è per Douglas l'immagine stessa della felicità. Una felicità che non sta nell'oggetto amato (si può pensare a qualcosa di più stucchevole del Taj Mahal?) ma nell'occhio di chi guarda. Ogni pagina di LookingBack è intessuta di questa felicità. Inutile cercarla invece nell'autobiografia di Edith Wharton, che preferisce parlarci dei libri scritti e di quelli che scriverà, e delle sue riflessioni sull'«artista creativo». La sua mente, per nulla interessata agli a parte e alle note a piè di pagina, ha una particolare pi:;edilezione per i problemi astratti. Uno di questi èd'affascinante, ma probabilmente vano, tentativo di scoprire come tutto avviene e precisamente cosa succede in quello splendido "momento dello spirito" in cui l'atto creativo, come l'unione del mistico con l'Inconoscibile, sembra davvero che abbia luogo» (p. 102). Virgolette, maiuscole e corsivi sono tutti dell'autrice. Né deve ingannare l'accenno al fatto che il tentativo sia considerato da chi lo pone «probabilmente vano». Il giudizio si riferisce infatti alla difficoltà dell'impresa, non certo alla sua sensatezza. Edith Wharton, infatti, esclude programmaticamente dall'autobiografia i suoi nemici, le persone che le erano sgradite o antipatiche. Le sarebbe sembrato, così facendo, di sprecare pagine preziose. Allo stesso modo, dobbiamo aspettarci di trovare, in A Backward Glance. solo idee e pensieri da lei completamente condivisi. Al contrario, Norman Douglas arricchisce le sue pagine di critiche pungenti verso chi non gli piace. E si sarebbe trovato in netto disaccordo con quell'«eminente cristiana» (citata e presa a modello da Edith Wharton) che a chi la invitava ad essere indulgente con i suoi nemici aveva risposto: «Un ennemi? Mais de tous les accidents, c'est le plus rare!». Spesso, per Douglas, non si tratta di veri e propri nemici, ma di persone come Mrs. Webb, che uniscono all'avidi157

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