Il piccolo Hans - anno XX - n. 77 - primavera 1993

Looking Back allinea una serie di ritratti assolutamente straordinari. Possiamo tranquillamente rinunciare a tutte le Miss Wilberforce di South Wind, in cambio di un pomeriggio trascorso con Frank Harris, grande raconteur e «uno degli ultimi esponenti dell'arte di vivere bene, non importa a spese di chi, anche a spese proprie, se possibile» (p. 370). E vorremmo aver visto, almeno una volta, Nigel Dawson, che accompagna Douglas in una spedizione sul Monte Pollino. Un ottimo compagno, capace di camminare senza stancarsi, ma che-ricorda Douglas-causò un brutto shock al nostro mulattiere: «avevamo appena finito di pranzare, quando Nigel tira fuori una scatola misteriosa, e comincia, specchio alla mano, a incipriarsi le guance e a darsi il rossetto alle labbra» (p. 146). Questinon i personaggi dei romanzi - sono le persone che noi avremmo voluto conoscere. Nella descrizione di Edith Wharton, neppure Henry James riesce a suscitare nel lettore tanto interesse: i motivi di intesa sono così strettamente privati da risultare sulla pagina completamente svuotati di attrattiva, se non quella legata alla notorietà del personaggio. Anche Edith Wharton sembra poco convinta della riuscita del ritratto. Ne attribuisce l'insuccesso a una curiosa motivazione: la sua scarsa «memoria verbale» unita all'assenza di appunti da cui ricostruire le conversazioni. È particolarmente deplorevole, nel caso di Henry James, che nessuno dei suoi amici intimi avesse buona memoria, o meglio, che coloro che l'avevano non se ne servissero per prendere nota della sua conversazione (p. 143). Douglas era onnivoro nelle sue frequentazioni, e qualche ritratto di personaggi famosi si trova anche in Looking Back. Ma l'atteggiamento è del tutto diverso. D.H. Lawrence è dipinto come «un provinciale ispirato con forti inclinazioni puritane, che tremava di orrore di fron147

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