Il piccolo Hans - anno XX - n. 77 - primavera 1993

prensibili pagine potevo evocare qualsiasi cosa mi suggerisse la fantasia». Il gioco diventa ben presto un obbligo, un'imposizione esterna che interferisce con gli impegni della giovanissima Edith, festicciole e lezioni di danza: L'ispirazione veniva regolarmente ed era imperiosa: sebbene, quando mi sorprendeva in momenti inopportuni, cercassi di combatterla coscienziosamente - perché cominciavo a essere una bambina molto coscienziosa - era sempre una battaglia persa. Dovevo obbedire alla furia della Musa (p. 39). Per guadagnarsi il suo spazio, la musa letteraria inglese di Douglas deve fare anche più fatica. Di madre austriaca, il giovane Norman trascorre gli anni della sua formazione sul lago di Costanza. Già a quell'epoca i suoi impegni sono numerosi: alle lezioni di ballo si aggiungono quelle di lingue e di recitazione (p. 319). Inoltre, la passione per la zoologia e la mineralogia spingono Norman Douglas, fin dai tempi del ginnasio, a frequenti escursioni per procacciarsi gli esemplari da catalogare. Poi ci sono i trattati scientifici da leggere e quelli da scrivere (tra cui «una disquisizione in inglese sulla colorazione delle uova degli uccelli e sulle sue cause» (p. 344). Quando Douglas è addetto d'ambasciata a Pietroburgo, parte della giornata la trascorre ancora in una minuziosa corrispondenza su questi temi: tra le sue carte, parecchi anni dopo, ritrova 14 pagine fitte di domande e risposte, tutte sulla pratica dell'uccellagione. Perfino nel momento in cui Norman Douglas decide di scrivere romanzi, la sua musa ispiratrice continua ad avere la vita difficile. «Se non era innamorato - annota Paul Fussel parlando di lui - l'impulso a scrivere era scarso e inesistente». Oltre alle intermittenze del cuore, a determinare il grado della sua applicazione ci sono le alter145

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