Il piccolo Hans - anno XX - n. 77 - primavera 1993

le navi ben costruite, quando arrivano [all'ancoraggio. E sulla porta del porto è un ulivo con foglie sottili, e accanto una grotta graziosa, buia, sacra alle Ninfe che si chiamano Naiadi. Dentro vi sono crateri e anfore fatti di pietra: e vi stipano il miele le api. Vi sono telai sublimi di roccia, dove le Ninfe tessono drappi dai bagliori marini, [una meraviglia a vederli; e acque perenni vi sono. Due entrate ha la grotta una a borea è accessibile agli uomini, l'altra a noto è serbata agli dei: da li' non entrano uomini, ma è la via degli eterni. (XIII 96-112) Viene dunque data una descrizione molto puntuale della grotta: c'è un ingresso per gli uomini e uno per gli dei; ci sono acque dolci perenni, ci sono alti telai di pietra; i colori dell'antro sono il bianco dei telai e il rosso della porpora filata dalle ninfe. Oltre a ciò, dal punto di vista linguistico, la scelta dei vocaboli è molto accurata, con una alta concentrazione in poche righe di anat vocaboli cioè usati esclusivamente in questo passo da Omero: sono sei in sedici versi: ànogg&yeç (scoscese), n:o-nnem:l')[i:m (degradanti), n0mBwooouoL (stipano il miele), àevaovi:a (perenni), -frewi:egm (serbata agli dei). Un altro termine, àµq:iupogeuç, viene usato altre due volte nei poemi: la prima nell'Iliade e la seconda nell'Odissea16 , intendendo con questo termine in entrambi i casi l'urna cineraria di Achille. Continuano dunque i riferimenti ad un funerale che contribuiscono ad accrescere il clima misterico che è presente in tutta la descrizione. È logico che la funzione narrativa della grotta si ponga come questione molto importante all'interno di questa ennesima digressione del poema. Come mai, in altre parole, c'è una descrizione così minuziosa, un indugiare così prolungato, quando essa non ha a che fare né col porto, 14

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