Il piccolo Hans - anno XX - n. 77 - primavera 1993

lismo magico» a cui la letteratura latinoamericana, negli ultimi decenni, ha abituato i lettori, non è neanche una descrizione contemplativa della bellezza del mondo, essa è, non tanto piacere della forma e della misura, quanto senso del terribile, dell'orrore, provocati dall'incommensurabile, dalla smisuratezza delle forze naturali. Quando non c'è mezzo fisico, forza fisica umana capace di contrastare la natura, sorge il senso del Terribile. Così nel racconto Rigoglio Tropicale21 il personaggio lavora con ostinazione per far crescere il suo orto, ma ogni volta insieme ai semi di fagioli piantati, attecchiscono anche i bastoncini di sostegno e i pioli dei riquadri di terra e del recinto. Ripeterà l'operazione di pulizia delle erbacce più volte senza successo; colpito dalla malaria, tornerà a lavorare nell'orto ad ogni tregua dèlla malattia, fino a capire con orrore «che la fatalità gli aveva preso la mano e lo trascinava via rapida...» verso la morte, mentre «...dei suoi affanni di orticoltore in terra feconda restava un vivaio di alberi lussureggianti, tra le erbacce invadenti che crescevano ora di tredici millimetri al giorno». Il fenomeno estetico appare non tanto come esperienza del bello che permette la costituzione di una barriera, ma in relazione a qualcosa che è situato «al di là», dato che è legato alla ripetizione. Si potrebbe affermare che in Quiroga c'è una specie di «estetica negativa», che trae la sua origine nei sentimenti di paura e di orrore suscitati dalla ripetizione infinita, provocando un misto di piacere e di sgomento. Con la giustapposizione di una cosa al suo contrario, con la ripetizione in negativo della tesi, si riesce a produrre un effetto perturbante e fare diventare incubo ciò che è bello: Esto es bello y yo senti su encanto. Pero yo comencè a empaparme en su severa hermosura un lunes de tarde, y el martes de manana vì lo mismo, igual cosa el mièrcoles, y lo mismo el jueves 133

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