no ad una doppia alienazione: con questo atto non vendono solo la loro forza lavoro libera, ma anche se stessi. Non è più il lavoratore che, anticipando il proprio lavoro concede credito al padrone, ma al contrario è il padrone a concedere al lavoratore credito, anticipandogli denaro. Nel momento in cui avviene questo ribaltamento, il meccanismo diventa perverso e si trasforma in trappola mortale, e lo sfruttamento mostra senza veli la sua mostruosità. Questo rovesciamento è ciò che permette al mensù un godimento che è pre-cedente ma per il quale viene imprigionato dal lavoro e dalla natura. La stessa struttura circolare si ritrova in Il tetto di legno di incenso20 ; questa volta la storia viene costruita in base a due episodi, entrambi legati al lavoro. Orgaz, il protagonista, vive in una casa che con sforzo e tenacia si è costruito, «tra le rovine e il porto novo, a mezza lega dalle une e dall'altro, in un magnifico altopiano fatto espressamente per la gioia del suo abitatore». Nel tempo libero che il suo lavoro di ufficiale dello stato civile e di giudice di pace gli lascia, costruisce la casa (in cui abita e dove da San Ignacio ha trasferito l'ufficio, infrangendo le disposizioni in vigore), tuttavia non riesce mai a sistemare in modo definitivo il tetto di tavolette di legno di incenso, disposte come lastre di ardesia, che alla prima pioggia si sono inarcate come un riccio, trasformando il tetto in un colabrodo. Nessuno dei metodi utilizzati da Orgaz è servito a impedire all'acqua di filtrare; tutti i suoi tentativi finiscono in fallimento e poco a poco il lavoro di riparazione del tetto occupa la maggior parte del suo tempo e delle sue energie; viene intrappolato in una lotta senza fine contro gli elementi naturali, che riprende ogni volta, dopo la pioggia, quando il metodo di restauro impiegato ha dimostrato la sua inutilità. Questo ciclo di lotta fra uomo e natura in cui si gioca la sopravvivenza stessa viene momentaneamente rotto con l'arrivo dell'ispettore dei registri dello stato civile (qui si 131
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