Il piccolo Hans - anno XX - n. 77 - primavera 1993

morte per suicidio dello scrittore. Infatti, appena tornato a Buenos Aires, nel febbraio 1937, Quiroga si tolse la vita ingerendo una forte dose di cianuro: forse per la conferma di avere una malattia mortale, forse perché aveva già deciso di morire nei mesi precedenti, oppure perché come dicono i versi di Alfonsina Storni a lui dedicati «no se vive en la selva impunemente, ni cara al Paranà»5 • Un altro elemento della vita dello scrittore a cui vorrei riferirmi sono i viaggi, gli spostamenti. Partendo dall'idea che l'impulso vitale è sempre collegabile all'allargamento degli spazi, ai movimenti di apertura, e che perciò potrebbe essere connesso a un meccanismo di spostamento inteso come incorporazione allargata di nuovi elementi, ho interpretato i viaggi, gli spostamenti di Quiroga come movimenti in questo senso. La vita tende sempre ad ingrandire, ad introdurre nuove prospettive, nuove possibilità in un movimento che Imre Hermann6 ha definito di tipo centrifugo. A questo movimento vitale può essere contrapposto un meccanismo contrario di sovrapposizione e agglutinamento di elementi che conduce a un restringimento, risucchiamento degli spazi; questo movimento centripeto, più vicino a un meccanismo di condensazione, è collegabile alla idea di morte, alla pulsione di morte in tutte le sue particolari manifestazioni. Abbiamo interpretato gli «spostamenti geografici» di Quiroga alla luce di questo doppio meccanismo come un tentativo di elaborazione che, attraverso la scrittura, gli permetterà l'emergere di forme rimosse. È possibile ravvisare nei percorsi geografici compiuti da Quiroga un tentativo di riconoscimento dell'origine tramite la identificazione di un luogo. Nell'attraversamento da una sponda all'altra del fiume si esprime la nozione di passaggio con cui Quiroga si pone sicuramente la domanda sull'origine. 118

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