Il piccolo Hans - anno XIX - n. 75/76 - aut./inv. 1992-1993

sità. Si tratta quindi di un'impresa decisiva per togliere il testo sia dalla dimensione del racconto che da quella della ipotesi: le parole dipingono lo stato necessario dell'essere. E allora, per parlare della condizione dell'essere, occorre trovare la causa proporzionata che lo rende necessario. Occorre entrare nella forma del discorrere razionale, quello che è proprio nella struttura dell'uomo, della sua più alta facoltà, quella intellettuale. Le parole disegnano il campo dell'intelletto. Causa e principio sono figure della "ratio", così come vi sono parole che sono proporzionate all'immaginazione e alla relazione che l'immaginazione antropologica può intrattenere con i segni viventi delle cose dell'universo. Credo che questi due ordini di linguaggio, che stabiliscono relazioni pertinenti con i differenti gradi dell'essere, possano consentire di vedere in Bruno sia il mago ermetico sia il filosofo del ragionamento dialettico e della sua forma di argomentazione. Nel caso della problematica dell'infinito, Bruno adopera le grandi categorie filosofiche di causa, principio, materia, forma, e, attraverso queste categorie, rende necessaria la dimensione dell'infinito per l'universo, riesce a trovare una sintesi di infinito e finito, di mente e di corpo, di eternità e di temporalità, così che in ogni essere vivente, nel suo numerale ciclo di esistenza, si possa leggere la trama della ripetizione eterna, un destino della natura, posto che l'unità dell'essere nell'uno, entrata, nella discesa dell'essere, nella dimensione del tempo, deve trovare, nell'infinita ripetizione, il suo necessario correlato. Per quanto riguarda il tema dell'infinito, inteso come infinito universo, spesso la tradizione interpretativa ha valorizzato la stessa indicazione bruniana, e risale alla concezione della esplicazione di Dio presente nella filosofia di Cusano. Tuttavia sono convinto che il modello fondamentale resti sostanzialmente quello della emanazione plotinica, che è il solo modo perché di un Dio, che riempie di se stesso il mondo, possa farsi forma di un discorso ar95

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