Il piccolo Hans - anno XIX - n. 75/76 - aut./inv. 1992-1993

no detto, con qualche commento, e all'opera di chiosatrice della Sapienza collaborano gli interventi di Mercurio. Gli dei sono, allora, oggetto del racconto di Sofia, non attori di uno scambio dialettico di opinioni. È un modo per mediare e allontanare quanto più è possibile dal primo piano del discorso quei temi blasfemi e irridenti che costituiscono la sostanza dei discorsi di Giove e di Momo in particolare modo, ma anche degli altri dei che, sia pure occasionalmente, intervengono a dire la loro. Ma allora è da rilevare la ragione della scelta degli dei come protagonisti raccontati dallo Spaccio anche per l'intento di liquidazione di un linguaggio, di una forma di scrittura, di una scelta letteraria (destinata, del resto, ad avere di lì a poco la più alta e illustre consacrazione nell'Adone del Marino e a durare per secoli più o meno indiscussa, fino ai romantici ma senza venire mai del tutto meno, neppure dopo il rifiuto romantico della mitologia). Il Bruno, nella parodia che ne ha fatto nel prologo del Candelaio, e che ripete negli Eroici furori, ha, come dichiarazione di poetica, voluto liquidare nel riso il linguaggio petrarchista, così come ne La cena de le Ceneri e in tanti altri minori luoghi dei dialoghi più specificamente filosofici ha irriso e corroso il linguaggio della filosofia aristotelica. Nella Cabala del CavalloPegaseo e nell'Asino cillenico del Nolano ha compiuto la stessa operazione con il linguaggio biblico ed evangelico in specie, non più operando sui contenuti di fede, ma sulla lingua della religione e della letteratura che vi si ispira e che ne usa: i dogmi cristiani sono parodiati nello Spaccio, mentre nelle due altre opere il motivo su cui si appunta la parodia bruniana è esclusivamente il deposito di formule, modi linguistici, figure, allegorie, simboli, metafore, modi di dire, della tradizione biblicocristiana come fonte di scrittura. Nell'opera italiana del Bruno, il discorso filosofico è sempre strettamente intrecciato con la presa di posizione letteraria: la liquidazione della filosofia aristotelica, del80

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