Il piccolo Hans - anno XIX - n. 75/76 - aut./inv. 1992-1993

quando bene arà spesa quella bestia che tiene in mano, è impossibile che li possa mancar mai la bestia, perché lui medesimo ed uno può servir per sacrificio e sacrificatore, idest per sacerdote e per bestia. Il motivo anticristiano è portato al culmine nell'immagine della lepre che, per quanto venga mangiata, mai potrà essere consumata del tutto e venire meno per la disperazione di Diana e dei cacciatori, dal momento che si rinnoverà sempre, potendo, allora, essere mangiata e, paradossalmente, come dice il Bruno, trattandosi di un animale, bevuta fino alla fine dei tempi dagli uomini; e ugualmente nel grottesco del sacerdote Cristo che porta in mano la bestia per il sacrificio sull'altare e il fiasco al fianco, ma, quando avrà consumato l'una e vuotato l'altro, potrà continuare ugualmente il sacrificio immolando la bestia che è egli stesso, nell'una delle due nature congiunte nella figura del Centauro che ne costituisce l'emblema. Sia nel caso della lepre, sia in quello del Centauro, il Bruno gioca sull'emblematicità dei segni celesti che hanno da essere cacciati dal cielo per liberarlo dalla memoria che gli dei incautamente e colpevolmente vi hanno affisso dei propri vizi, delle proprie colpe: e da tale emblematicità deriva l'occasione per la parodia anticristiana. Mentre, però, la ragione dell'applicazione a Cristo dell'emblema del Centauro, che è formato dall'unione delle due nature umana e bestiale, secondo un'indicazione che già il Machiavelli, nel XVIII capitolo del Principe, aveva dato per interpretare il mito di Chirone come maestro ed educatore di Achille e di altri giovani prìncipi greci, in quanto, essendo appunto, metà uomo e metà cavallo, significa la necessità, per operare nell'ambito della storia, di saper bene usare dell'uomo e della bestia, è abbastanza evidente, originata com'è dal dogma della doppia natura umana e divina di Gesù, ma al massimo degradata nel passaggio 61

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==