Il piccolo Hans - anno XIX - n. 75/76 - aut./inv. 1992-1993

la scrittura evangelica, quanto l'insinuazione d'uno spostamento di campo (il padrone della lettura del patto tra dio e l'uomo è ormai il pius), è facile capire perché la revisione del sessantotto abbia bisogno, nel suo intimo, di cancellare il modo di procedere per sillogismi che tratteneva a forza il vangelo tra i filosofi. Certo. La scomparsa di questa mentalità non è definitiva. Anzi. Si può documentare che sopravvive anche in alcune zone del territorio della Brevis explicatio, specialmente là dove si consumano i resti della controversia con il calvinismo. Nell'Explicatio, poi, questa mentalità riappare di continuo nei punti più esposti alla difficoltà del lavoro di contestazione della storia della teologia. Ma, quello che conta per capire la complessità del rapporto tra scelta ereticale e riforma radicale, è il fatto che la sua emergenza frammentaria, ma permanente, scandirà alcune tentazioni del ragionamento di Fausto Sozzini messosi al servizio della chiesa dei fratelli polacchi e che si ripresenterà-con tutta la potenza organizzativa del discorso scolastico - nella più matura teologia unitariana mettendo radici nel vaso della chiesa indipendentemente dalle sue origini cinquecentesche ed ereticali: si pensi all'illusione della pianta nuova rappresentata dall'introduzione dell'aristotelismo nelle comunità sociniane. La fluttuazione della ratio nel primo discorso sozziniano e la sua ricorrenza discontinua al di qua e al di là del De sacrae scripturae auctoritate (Amsterdam, 1588) obbedisce a una strategia rigorosa. La soppressione del termine nello svincolo tra la prima e la seconda redazione non significa un abbandono del potere dimostrativo e persuasivo della ragione. Significa comprensione dell'esistenza d'uno strumento di lavoro critico della tradizione assai più corrosivo e radicale del sillogismo che rimaneva sempre prigioniero del discorso che voleva disarticolare. Insomma. Fausto Sozzini poteva abbandonare la ragione perché il suo progetto era, in quel periodo di tempo, la va45

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