Il piccolo Hans - anno XIX - n. 75/76 - aut./inv. 1992-1993

tre parole: il senso d'un nome così gravido di cultura com'è quello di Myoç non può essere quello della cultura nella quale il testo è transitato e si è fermato possedendo dei requisiti in grado di soddisfare i bisogni dei gentili. Requisiti che gli interpreti (se vale ancora qualcosa quell'etimologia che vi ritrovava il pretium scritto dentro) valorizzavano abbandonando le parole dell'escatologia giudaica all'ermeneutica del mercato greco. Se ci si sposta dalla sfera Jella circolazione del testo alla sfera della produzione della scrittura, si scopre che le diverse appellationes date dal vangelo al messia derivano tutte quante dal fatto che l'uomo Gesù aveva espresso quelle cose sotto forma di parole nella sua dottrina (tum dictis) e sotto forma di gesti nella sua azione (tum factis). E questo vuol semplicemente dire che i titoli evangelici non fanno mai riferimento alla natura o alla sostanza di colui che viene nominato (LEC 62). Se così stanno le cose del vangelo, il nome o Myoç non può essere stato messo da Giovanni nel luogo preliminare della sua narrazione (il prologo - come vedremo distesamente in seguito - è solo il riassunto dell'intera storia che si racconterà) in un senso diverso da quello in cui vengono dati anche dagli altri scrittori i vari titoli al messia. Affermare che il testo giovannico non è confrontabile con il resto delle scritture evangeliche, vuol dire costruire il grande quadro delle concordanze sul presupposto che il verbum sia asinottico. Significa, in altri termini, pensare che per Giovanni «parola» non vuol dire dafziir secondo la tradizione ebraica (alla quale egli appartiene e che gl'impone di considerarvi incorporato il «dire»4 e il «fare»5); ma vuole dire logos [Myoç] perché così l'intende il luogo speculativo della recezione in opposizione culturale al luogo religioso della produzione del messaggio. Per Lelio Sozzini la confrontabilità tra Matteo e Marco, Luca e Giovanni, è non solo possibile, ma è la condizione stessa della comprensione della scrittura. Colui il quale vuole spiega39

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