Il piccolo Hans - anno XIX - n. 75/76 - aut./inv. 1992-1993

Theologia, si poneva appunto il problema dei miracoli del Cristo in relazione alla distinzione reale che permane all'interno dell'unione ipostatica tra la sua humanitas ed il Verbo divino. La discussione di Suarez possiede un suo interesse anche perché interviene su un problema ampiamente dibattuto nei suoi anni, e vi interviene in maniera polemica. Non è possibile in questa sede soffermarsi sulle tesi di coloro che prendono posizioni diverse dalle sue; in ogni caso per il Suarez l'umanità del Cristo non è semplicemente causa «morale» dei miracoli, cioè essa non assiste solo, per così dire, a quella che è l'esclusiva azione divina, ma è invece causa strumentale di essa e come tale appare dotata di una sua efficacia. Essere causa strumentale e contemporaneamente efficace implica che da parte della creatura - e creatura è anche il Cristo considerato nella sua umanità - sussista una disposizione (obedentialis activa la chiama Suarez) che di fatto rende indistinguibili azione divina e azione della creatura, anche se la seconda non può aver luogo evidentemente senza la prima. Per sostenere il valore della sua tesi, che andrebbe do� cumentata con opportune citazioni, Suarez non esita a sottrarre al Cristo come uomo ciò di cui non può evidentemente essere causa semplice assoluta ed efficace (ad es. la grazia); tuttavia, per affermare che egli è insieme causa strumentale ed efficace in altri campi, quali quello del miracolo, è costretto a spostare la sua attenzione sulle possibilità concesse alle creature in genere. Anch'esse, egli afferma contro l'opinione di molti altri teologi, purché posseggano quella dispositio activa obedentialis, possono di fatto essere causa efficace sebbene strumentale di eventi miracolosi. È indubbiamente significativo che la discussione di Suarez presenti oscillazioni ed incertezze nel momento in cui si tratta di stabilire se tale dispositio sia di origine naturale o soprannaturale; tuttavia, resta degno di attenzione il fatto che egli, nel distinguere tra i limiti propri all'anima del Cristo, come ad ogni altra ani27

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