Il piccolo Hans - anno XIX - n. 75/76 - aut./inv. 1992-1993

e navigatore senza una meta precisa, pronto a conoscere isole e popoli sempre nuovi, per cimentarsi o commerciare con loro; poi uomo desideroso del ritorno in patria, che si fa dirigere dal consiglio degli dei per affrontare le terre che lo separano da Itaca. Questo secondo aspetto del personaggio Ulisse è rimasto sempre a margine nelle interpretazioni e nell'immaginario della tradizione epica: sia nella Grecia classica, dove l'eroe è sempre legato alla sua astuzia, alla frode e al suo tornaconto personale (basti pensare al Filottete di Sofocle), sia in quella latina, dove è personificazione della empietà e della cattiva retorica (fandi fictor)16, tanto da trovarsi moralmente contrapposto ad Enea sia nel poema virgiliano sia in tutta la tradizione medioevale. Se dunque l'autore dell'Odissea voleva presentarci un Odissea «pius», pur nella sua intraprendenza e nel suo comportamento sospettoso e pronto ad ogni inganno verso i mortali, dobbiamo chiederci quale era la sua intenzione e perché questo modello non ha avuto nessuna influenza sulla tradizione classica. Penso che si possa cercare di spiegare questa mancata interpretazione indagando su alcuni aspetti del rapporto tra epica scritta e tradizione orale. Lautore e il narratore 4.1 Prima di entrare nel vivo di questo problema, vorrei fare una premessa, senza la quale tutta questa ricerca, ma soprattutto quest'ultima parte, potrebbe apparire arbitraria se non addirittura velleitaria: la mancanza di bibliografia specifica all'interno dell'articolo è volontaria, perché esso cerca e ricava le sue tesi dal testo omerico così come ci appare, e non dalle innumerevoli interpretazioni che nei secoli ne sono state date: lo scopo della mia ricerca è soltanto quello di trovare una ragione a quelle diverse «visioni» del protagonista che emergono dal suo 160

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