Il piccolo Hans - anno XIX - n. 75/76 - aut./inv. 1992-1993

elemento: la mimesi del racconto di Odisseo, che Virgilio pone in bocca al protagonista nel canto terzo, ci presenta rare volte l'azione del remo (torquent remis spumas 3,208) sul modello di JtOÀLTJV UÀa 't'IJJt'tOV ÈQHµo-i;ç ma molto più spesso l'azione del vento (vela damus 3,191; tendunt vela noti 3,268; crebrescunt optatae aurae 3,530). Inoltre nell'Eneide troviamo un altro accorgimento per indicare come non è più il protagonista a voler agire autonomamente, ma sono invece gli dei a dirigerlo: l'uso del passivo, che accompagna la maggior parte delle volte i riferimenti alla navigazione: feror, ferimur, provehimur sono i verbi che normalmente indicano come Enea sia trasportato, e non navighi mai per sua iniziativa. L'uso del passivo nella navigazione si trova anche nell'Odissea, ed è sempre legata al vento e al volere degli dei: in 9,82 abbiamo: «fui trascinato dai venti funesti» e nel canto 12, quando, perduti i compagni dopo la tempesta di Zeus, Ulisse afferma «fui trascinato per nove giorni» 12, 447. 3.7 Proviamo ora a trarre qualche provvisoria conclusione da quanto detto in precedenza: nella prima parte della narrazione di Ulisse ai Feaci l'eroe si presenta come un esperto navigatore, indipendente e coraggioso, che decide con una certa autonomia le mete da raggiungere e le isole da esplorare. In seguito, dopo il disorientamento e la conseguente perdita della µij-i;Lç nell'isola Eea, racconta l'adempimento personale, e spesso dei compagni, delle profezie e dei consigli di Circe, che gli ha narrato il resto del viaggio fino ad Itaca, indicandogli le scelte da compiere per arrivare in patria senza danni. L'autore del poema ci vuole dare quindi una doppia immagine del suo personaggio, prima esploratore autonomo 159

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