Il piccolo Hans - anno XIX - n. 75/76 - aut./inv. 1992-1993

preferisco d'un colpo aprire all'onda la bocca e [morire che languire qui a lungo in un'isola deserta13 • Si sono dunque invertite le parti, e Ulisse, che prima incitava i compagni ad affrontare nuovi pericoli, fa ora da moderatore: è colui che pensa prima di tutto al ritorno piuttosto che alla nuova avventura, mentre Euriloco, che nell'isola di Circe lo supplicava di partire al più presto, è ora pronto ad affrontare l'ira degli dei. 3.5 L'ultimo elemento che contraddistingue la diversità tra le due parti del viaggio narrato è a mio parere il più importante e indicativo dal punto di vista testuale. C'è una precisa formula che ritorna ad ogni sosta volontaria e ad ogni partenza frettolosa: «battevano coi remi il mare schiumoso»14 • È infatti una tempesta mandata da Zeus che li allontana dalla terra dei Ciconi - ma come già detto questo episodio è particolare, risponde ad un dovere sacro, la vendetta, e non a caso è l'unico che non si svolge su un'isolama se ne vanno remando dai Lotofagi, dal Ciclope, da Eolo e dai Lestrigoni (cfr. 2.3) e ciò viene a sottolineare la personale iniziativa di Ulisse, che agisce in modo autonomo e non per seguire la volontà divina. Di tutt'altra specie sono invece la partenze dopo la perdita della µijw;: tutto è determinato dalla volontà degli dei e il segno di questo cambiamento è dato dal vento, che regola la navigazione sia in modo positivo (il vento di Circe, quello di Eolo, quello di Zeus per farli partire dalla Trinachìa, quello di Calipso per volere del concilio degli dei) sia in modo negativo (la tempesta in Trinachia, quella di Poseidone al suo ritorno da Calipso)15 . 3.6 Troviamo un'altra conferma sulla funzione divina del vento nell'epica antica nell'Eneide, dove tutta la navigazione del pius Enea è determinata appunto da questo 158

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==