ma parte darebbe approssimativamente luogo all'ala e alla coda naturale dell'avvoltoio, la seconda a un ventre appuntito e, specie se si considerano le linee raggiate simili a profili di penne, a una coda d'uccello spiegata, la cui estremità destra conduce, esattamente come nel fatale sogno infantile [sic] di Leonardo, verso la bocca del bambino, dunque proprio verso la bocca di Leonardo stesso" (OSF, VI, 283-4). Il mantenimento di una traduzione sbagliata da parte di Freud è ora stato trasferito in modo sbagliato nel quadro di Leonardo, dando origine a una delle gaffes più eclatanti della storia della psicoanalisi. Pfister, il vero discepolo, rinviene dovunque prove dell'attendibilità delle parole del maestro, anche se il maestro è in errore. Prima di riderci su, mossi da stupore, imbarazzo o malignità, a seconda dell'orientamento «teorico», tentiamo per l'ennesima volta di interrogarci sulla riserva avanzata da Freud, la sua persistente esitazione ad usare un'idea riguardante l'avvoltoio. Il contenuto «manifesto» risulta nuovamente ovvio; la riserva di Freud ci dice che la «scoperta» di Pfister è troppo bella per esser vera: non è comunque verificabile, quindi va considerata come una coincidenza amena da mettere alla fine di una lunga annotazione, dove non può far danno. Se Pfister ha torto non cambia nulla. Se ha ragione, ciò è davvero straordinario. Probabilmente è questa la lettura che si può fare della riserva di Freud. In ogni caso, la storia del movimento psiconalitico fa assumere una particolare piega al gesto di Freud in tale contesto. Chi era Pfister? Un pastore proveniente da Zurigo, uno dei membri fondatori della Società Psicoanalitica Elvetica nel 1910, la società capeggiata dal suo compagno di Zurigo, Jung. Nel 1914, la Società Elvetica si scisse dall'Associazione Psicoanalitica Internazionale, segnando la «rottura definitiva» di Jung con Freud. Ma Pfister non seguì Jung, diventando quindi il maggior sostenitore di 140
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