tà di conoscenza della letteratura sul simbolismo egizio dell'avvoltoio, sostenendo la sua tesi con i cataloghi dei libri di Leonardo, il ruolo di Milano quale centro della «giovane arte della stampa» e le citazioni latine riguardanti i Padri della Chiesa. Nel corso di questa discussione è implicita l'analogia con la storiografia: la Chiesa, come il popolo d'età recente nel paragone freudiano, recupera tracce del passato che può riutilizzare per poter scrivere tendenziosamente la propria storia. A Milano poi, al tempo di Leonardo, tramite la stampa, la tecnologia aveva reso disponibile la riscrittura della «traccia indelebile» della storia passata a un pubblico mai prima d'allora così ampio. Sempre alla ricerca di informazioni inedite sulla storia di Leonardo, Freud afferma di seguito che la sostituzione della madre con un avvoltoio nella fantasia indica che Leonardo era consapevole d'essere stato solo con la madre da bambino, e dopo aver riportato alcuni episodi conosciuti della prima infanzia di Leonardo ad apparente conferma di questa ipotesi, Freud si chiede quale effetto possa aver avuto l'assenza del padre sulla sua esplorazione sessuale infantile. In effetti, Leonardo stesso riconduce la passione adulta per il volo degli uccelli e per le macchine volanti a questo «ricordo» d'infanzia, ma rimane oscura, secondo Freud, la ragione per cui Leonardo abbia attribuito al simbolo della madre questo «contrassegno della virilità», visto che la coda dell'uccello non può rappresentare altro che il pene «secondo una comune sostituzione linguistica» (OSF, VI, 238). Tornando alle fonti egizie (ora Freud sta consultando il dizionario italiano di mitologia egizia del Lanzone), Freud rileva il fatto altrettanto sorprendente che la dea madre dalla testa d'avvoltoio veniva per lo più raffigurata con un fallo. Anziché spiegare questa ulteriore coincidenza riattestando la conoscenza da parte di Leonardo dei geroglifici, Freud afferma che «è ben più facile ricondurre la concordanza a un motivo co131
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==