Il piccolo Hans - anno XIX - n. 75/76 - aut./inv. 1992-1993

tà del bambino in questa fantasia (il bimbo nella culla), Freud fa risalire la fantasia apparentemente omosessuale di Leonardo a quello che lui chiama «primo nostro godimento vitale» tale da «rimaner scolpito in noi in modo indelebile [unzerstobar eingepragt]» (OSF, VI, 232), ossia il piacere di prendere in bocca il capezzolo della madre. L'affermazione di Leonardo secondo cui questa scena con l'avvoltoio risalirebbe a quando egli era ancora poppante significa, secondo Freud, che la fantasia nasconde un ricordo di piacere dell'allattamento. Da adulto, Leonardo ha trasformato questa traccia della sua vita passata in fantasia omosessuale passiva: come il popolo «maturo» che getta lo sguardo alla cronaca del passato, egli ha reinterpretato un oscuro frammento di storia trascorsa, che peraltro «rimane scolpito... in modo indelebile» nella memoria inconscia, per renderlo conforme alle inclinazioni del suo successivo sviluppo sessuale. Non dimentichiamo che le tracce di storia passata sembrano essere tracce di avvenimenti reali, oscura memoria del piacere reale del poppante. La discussione che segue, peraltro, non solo cerca di trarre conclusioni su avvenimenti reali nell'infanzia di Leonardo, ma fa della fantasia inconscia, la fantasia del fallo materno, anche il punto cruciale dell'analisi: il momento dell'avvoltoio geroglifico. Una volta dimostrato che la «memoria» è fantasia, Freud si preoccupa di quella che ne Einterpretazione dei Sogni chiama «considerazione della rappresentabilità». Vuole cioè scoprire le motivazioni di selezione inconscia di un particolare simbolo per «riscrivere» in forma distorta il testo indelebilmente scolpito del ricordo d'infanzia. In altri termini: perché il contenuto latente prende forma proprio in un particolare contenuto manifesto? Perché la fantasia di Leonardo sostituisce la madre con un awoltoio? Qual è la funzione specifica dell'avvoltoio in questo contesto? La risposta di Freud è immediata, ma viene introdotta 125

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