proprio corpo» (OSF, V, 456, corsivo dell'A.). Dal momento che questa «teoria» è necessariamente repressa, continua Freud, può riemergere sotto forma onirica nella vita adulta: «nello stato di eccitamento sessuale notturno egli butta a terra una donna, la denuda e si prepara al coito, allorché la vista del membro ben sviluppato al posto dei genitali femminili pone termine al sogno e all'eccitamento» (OSF, V, 457). Questa è in sostanza la situazione che Freud analizzerà nella sequenza dell'avvoltoio dello studio su Leonardo: un contenuto manifesto di una figura femminile con un pene che maschera desideri infantili diretti verso la madre fallica. Il contenuto manifesto, secondo Freud, è sconcertante perché è unamodalità regressiva di rappresentazione, e opera secondo modalità infantili di costruzione delle teorie sessuali, ovvero figurativamente. Secondo Freud questa è oltretutto la modalità di funzionamento della scrittura primitiva, il che spiega per quale motivo sia il contenuto onirico manifesto che le teorie sessuali infantili, sebbene «non si propongano certo d'essere comprese, non presentano al traduttore difficoltà maggiori di quelle offerte ai loro lettori dalle antiche scritture geroglifiche». Prima di rivolgerci al vero e proprio studio su Leonardo, prendiamo in considerazione un ultimo punto storico. Nell'autunno del 1909, ossia al tempo delle lettere a Jung sopra riportate, quando si rese conto che le sue scoperte sulle teorie sessuali infantili gli avevano permesso sia di «risolvere l'enigma del carattere di Leonardo» che di «rinvenire[...] il segreto ultimo del feticismo del piede», Freud scoprì anche l'opuscolo di Karl Abel del 1884 Significato opposto delle parole primordiali, sul quale pubblicò un breve articolo nel 1910, lo stesso anno di pubblicazione dello studio su Leonardo. Abel si occupava di questioni di filologia egizia, e Freud fu lieto di scoprire che le ricerche di Abel sulla formazione della lingua antica con120
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