«contrassegni più esteriori» che «colpirebbero la nostra attenzione». L'equazione tra percezione e quello che qui Freud chiama «puro pensiero» non sorprende, visto che tanto percezione quanto pensiero logico appartengono alla coscienza, o «processo secondario» - il che evidentemente comporta invece un'adesione delle teorie sessuali infantili alle leggi del «processo primario» o inconscio. Queste «teorie» riveleranno pertanto le medesime caratteristiche di tutte le produzioni dell'inconscio (sogni, lapsus, allucinazioni, e così via) e saranno divisibili in un contenuto latente e un contenuto manifesto, dove quest'ultimo non è che distorsione fuorviante del primo, come un geroglifico non tradotto. Le «teorie» sessuali infantili saranno intese come fantasie tipicamente infantili circa l'origine della differenza sessuale. Freud prepara il terreno a una teoria «fantastica» analizzando la natura emotiva della ricerca infantile della conoscenza, un'idea che sarà particolarmente importante nello studio su Leonardo. La nascita reale di un nuovo bambino, o anche solo l'idea che un altro bambino possa nascere, porta il bambino a dover fare i conti con il «primo, grandioso problema della vita» - da dove vengono i bambini? -: la questione non viene però affrontata dal bambino per un puro gusto speculativo. «Come ogni ricerca, questo problema è un prodotto dell'urgenza vitale, quasi che al pensiero fosse affidato il compito di prevenire il ripetersi di eventi a tal punto temuti» (OSF, V, 454). Questa ricerca motivata della conoscenza, insieme alle spiacevoli scoperte che essa comporta, è tenuta segreta, e subisce lo stesso destino di molte altre fantasie infantili: viene «repressa e dimenticata». La «teoria» (fantasia) necessariamente repressa «si riallaccia alla mancata osservazione, da noi indicata all'inizio come propria del bambino, delle differenze tra sessi. Essa consiste nell'attribuire a tutti gli esseri umani, incluse le femmine, un pene, come quello che il maschietto conosce del 119
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