Il piccolo Hans - anno XIX - n. 75/76 - aut./inv. 1992-1993

una volta venerato e da allora rimpianto; i tagliatori di trecce svolgono senza saperlo la parte di persone che compiono l'atto di evirazione sull'organo genitale femminile (OSF, VI, 241). Il corsivo qui è di nuovo mio. Come nella lettera di ottobre a Jung, Freud usa la traduzione sbagliata «avvoltoio» per rappresentare le «tracce indelebili» lasciate nell'inconscio di Leonardo dalla fantasia del fallo materno, e lo fa con un riferimento (implicito o esplicito) alla questione del feticismo.Il titolo di questo saggio, per ragioni che diverranno chiare più avanti, avrebbe potuto essere a buon diritto «La traduzione sbagliata e il feticismo». Anche la nostra interpretazione riguardante la sequenza dell'avvoltoio sarà quindi guidata dalle parole di Freud in quelle lettere, ovvero dal fatto che mentre scriveva lo studio su Leonardo «cominciava ad attribuire sempre più importanza alle teorie infantili sulla sessualità». Il saggio Teorie sessuali dei bambini, pubblicato nel 1908, si potrebbe allora considerare come parte della storia dello studio su Leonardo, e lo vedremo tra breve. Nel 1908 Freud introdusse il problema nel modo seguente: Se, dopo aver rinunciato alla nostra corporeità, potessimo, puri esseri pensanti, guardare con occhi nuovi le cose di questa terra, ad esempio da un altro pianeta, nulla colpirebbe forse maggiormente la nostra attenzione dell'esistenza fra gli esseri umani di due sessi, i quali, pur simili in tante cose, dimostrano la loro diversità attraverso i contrassegni più esteriori. Ora non sembra che anche i bambini scelgano come punto di partenza delle loro ricerche sui problemi sessuali questo dato di fatto fondamentale (OSF, V, 453). In altri termini un «puro essere pensante» affronterebbe dapprima il problema della differenziazione sessuale dal punto di vista della percezione, osservando cioè i 118

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