Il piccolo Hans - anno XIX - n. 75/76 - aut./inv. 1992-1993

libro non sia menzionata questa abitudine, lo stesso si può senz'altro affermare della questione (biologica?) della scrittura: lo studio su Leonardo è pieno di riferimenti a tracce, geroglifici, alla storiografia e all'editoria. Del resto, sono ben noti i frequenti paragoni freudiani tra eventi psichici e varie forme di scrittura. Noteremo che nello studio su Leonardo tutti questi paragoni sono connessi all'«avvoltoio», e per capire come ciò sia avvenuto, dovremo leggere altre tre lettere, due indirizzate a Jung e una a Abraham, che parlano di una revisione della teoria della sessualità venuta in mente a Freud mentre pensava a Leonardo nel 1909. Nel 1909 Jung era ancora il successore designato di Freud, e le lettere che Freud gli scrive insistono frequentemente sulle prospettive di potenziale trionfo della psicoanalisi; in una lettera del 17 ottobre 1909 Freud scrive che la psicoanalisi deve conquistare non solo l'ambito della mitologia, come già aveva fatto Jung, ma anche quello della biografia. Freud tenterà di farlo attraverso la sua opera su Leonardo, e intuisce di aver già risolto l'enigma del carattere di Leonardo. Ma il materiale riguardante L. è talmente scarso che dubito di poter dimostrare la mia convinzione ad altri in modo intellegibile. Ho ordinato un'opera italiana sulla sua giovinezza e l'aspetto con trepidazione [...] Ti ricordi le mie osservazioni in Teorie sessuali dei bambini [...] a proposito del fatto che le prime forme di ricerca infantili in quest'ambito erano destinate a fallire e che questo primo fallimento poteva avere un effetto paralizzante?[...] Be', il grande Leonardo era un vero uomo; a una giovane età egli convertì la propria sessualità in un anelito conoscitivo, e da allora in avanti l'incapacità di finire qualsiasi cosa iniziasse divenne uno schema cui egli dovette conformare tutte le sue opere18 . Il corsivo nel brano citato è mio, e vuole sottolineare 115

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