Il piccolo Hans - anno XIX - n. 75/76 - aut./inv. 1992-1993

con la madre. Non si può che sottolineare a questo punto la peculiarità con cui l'interesse freudiano per Leonardo si intreccia alla storia della psicoanalisi; negli anni 18971898, il «movimento psicoanalitico» è indistinguibile dal rapporto di transfert con Fliess («Ti può servire?») e dalla divergenza di vedute tra Freud e Fliess. Oltretutto, questo cambiamento di rapporto tra i due coincide con il grande mutamento teoretico nel pensiero freudiano, la costituzione della psicoanalisi come disciplina intesa a spiegare la nevrosi non in termini di meccanismi biologici innati (bisessualità-bilateralità), né di neurofisiologia (come nel Progetto), o di eventi traumatici reali (la teoria di seduzione della storia, che Freud iniziò ad abbandonare solo nel1'ottobre del 1897, due mesi prima della lettera che esprimeva i suoi dubbi circa la «teoria del mancinismo»). Ciononostante, Freud propone a Fliess il caso di Leonardo quale possibile conferma della teoria del mancinismo. Molto più avanti vedremo che l'avvoltoio, la traduzione sbagliata nell'analisi su Leonardo, svolgerà un ruolo simile a quello che Leonardo ha nelle lettere a Fliess: la reciproca complicazione di transfert e progresso teorico che è così intrinseca alla storia della psicoanalisi. Sebbene la questione del mancinismo di Leonardo faccia soltanto una breve apparizione alla fine della monografia di Freud (p. 136), egli allude al problema in una lettera a Jones non datata, presumibilmente risalente al periodo di stesura dello studio su Leonardo, lettera che riassume, dodici anni più tardi, i conflitti espressi nelle lettere a Fliess: «Credo che Leonardo fosse "ambidestro", che è quasi come dire mancino. Non ho spinto oltre le mie indagini sulla sua scrittura poiché ho espressamente evitato tutti i punti di vista biologici, limitandomi alla discussione di quelli psicologici»17 . Jones spiega la curiosa inclusione freudiana della calligrafia di Leonardo nell'ambito della biologia come un riferimento a Fliess e all'abitudine di Leonardo di scrivere allo specchio. Sebbene nel 114

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