Il piccolo Hans - anno XIX - n. 75/76 - aut./inv. 1992-1993

Andremo a rileggere alcune lettere di Freud, in modo da rintracciare i rapporti tra il suo interesse per Leonardo e la storia della psicoanalisi, ma per il momento occupiamoci della storia dell'errore. Nell'articolo del 1955 intitolato Una retrospettiva sul 'Leonardo' di Freud Richard Wohl e Harry Trosman affermano: «Questo errore ha avuto una propria avvincente storia personale. Si è trasmesso, inosservato e indiscusso, di traduttore in traduttore e, in modo ancor più sorprendente, ha dato avvio a una letteratura specifica dedita ad amplificarlo e rafforzarlo... Marie Bonaparte, per esempio, estremamente scrupolosa nei confronti della propria documentazione, traduce la parola, in modo assolutamente fedele alla lezione freudiana, come le vautour»8 • Quel che è ancor più «singolare» (Jones) o «sorprendente» (Wohl e Trosman), circa la storia dell'errore, è la lettera seguente, inviata all'editore di una rivista d'arte londinese chiamata Burlington Magazine. La lettera venne pubblicata sul numero di Gennaio del 1923, a poca distanza dalla pubblicazione della traduzione inglese dello studio su Leonardo, e si intitola Leonardo all'ambulatorio psichiatrico; l'autore è Eric Maclagan. Egregio Signore, vista l'importanza attribuita al libro su Leonardo di Freud nell'editoriale del numero di dicembre del Burlington Magazine, ritengo possa essere utile sottolineare l'inadeguatezza delle basi su cui poggiano le sue teorie. Mi riferisco alla seconda edizione tedesca[...] dalla quale deve essere stata tratta la traduzione inglese che io ho avuto occasione solo di scorrere [...] Freud dedica intere pagine al simbolismo egizio dell'avvoltoio, e qualsiasi lettore imparziale ammetterà che egli ne fa la base della propria tesi. Ma Leonardo non parla affatto di avvoltoi: egli narra la storia di un nibbio, e il testo italiano è addirittura riportato dal dott. Freud (p. 21, nota 2) sebbene pare che nessuno dei suoi ammiratori si sia preso la briga di leggerlo9 • 109

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