Que cette opposition ou cette différance ne puisse etre radicale et absolue, cela ne l'empeche pas de fonctionner et meme d'etre indispensable dans certaines limites - des très larges limites. Par example, aucune traduction ne serait possible sans elle. Et c'est en effet dans l'horizon d'une traductibilité absolument pure, transparente et univoque, que s'est constitué le thème d'un signifié trascendental. Dans les limites où elle est possible, où du moins elle paraft possible, la traduction pratique la différance entre signifié et signifiant. Mais, si cette différance n'est jamais pure, la traduction ne l'est pas davantage, et, à la notion de trasformation: trasformation réglée d'une langue par une autre, d'un texte par un autre. Nous n'aurons et n'avons en fait jamais eu affaire à quelque "transport" de signifiés purs que l'instrument - ou le "véhicule" - signifiant laisserait vierge et inentamé, d'une langue à l'autre, ou à l'intérieur d'une seule et meme langue3 • In qualità sia di traduttore che di psicoanalista mi chiedo spesso quale effetto possano avere, sul confronto di Freud tra psicoanalisi e traduzione, le osservazioni di Derrida riguardanti la traduzione come trasformazione. C'è da chiedersi se le traduzioni psicoanalitiche (interpretazioni) tendano alla trasformazione, e se l'analista sia consapevole che non è possibile operare una traduzione pura, e che la concezione dell'inconscio quale «strumento di significazione» non lascia «vergine e intatto» il materiale tradotto, come non lascia vergine e intatto l'analista stesso, ma lo sottopone a trasformazione. Che cos'è dunque una traduzione sbagliata dal punto di vista psicoanalitico? Nel pormi queste domande, mi sono trovato più volte a tornare su un testo freudiano in cui c'è un errore di traduzione e dove un concetto psicoanalitico chiave è paragonato di nuovo a un geroglifico. Mostrerò, leggendo questo testo, l'esistenza di un rapporto in precedenza non rileva107
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