Il piccolo Hans - anno XIX - n. 75/76 - aut./inv. 1992-1993

ratteristica di una qualsiasi costituzione di un «essere di fronte», ma solo di un «rispecchiare dentro», e di un poter rispecchiare nel microcosmo ciò che non si vede se non con gli occhi della mente. La cognizione dell'universo, il comprenderlo come necessità fisica della emanazione dell'Uno, è certamente un evento straordinario, ma che, tuttavia, è, esso stesso, nel cerchio della natura. La natura conduce la differenza tra gli uomini, e quindi la qualità degli specchi che possano riflettere l'Uno. Senza ripetere temi generali che abbiamo già detto, basterà ricordare che l'età moderna inaugura un pensiero che manipola ciò che appare, lo costruisce in oggettività e per essa non vi è più cosmo, nemmeno quel cosmo che era la storificazione del tempo, ma piuttosto indefinita ricchezza simbolica, dispersione ed entropia. Da questo punto di vista, la filosofia naturale di Bruno è uno dei luoghi dove meglio possiamo leggere la nostra irriducibile differenza ma è un discorso che vale un'intera filosofia, l'infinita perdita e quindi l'infinita e vana nostalgia. Fulvio Papi 104

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==