Il piccolo Hans - anno XIX - n. 75/76 - aut./inv. 1992-1993

to, diviene, in una storia affettiva e pedagogica, un comune vincolo d'amore nei confronti del sapere. Non c'è in Bruno alcuna comunità di dialogo e di amore, vi è solo il destino del «furioso», la necessaria fedeltà alla sua anima, la sua eroica solitudine. Per gli uomini di «eroico spirito» l'esperienza dell'amore intellegibile nasce come una propria spontanea vicenda. Dalla «bellezza umbratile, fosca, corrente, depinta nella superficie della materia corporale, posso argumentar bellezza più profonda e incomparabilmente maggiore». Al contrario, la bellezza che seduce e limita ogni uomo cattura il suo sguardo mentre es- . so coglie il quadro superficiale del mondo. Il ricercatore della verità deve raggiungere una completa metamorfosi della propria vita, e questa mutazione di "morphé" lo tormenta in un continuo pericolo di scissione: «la onde procede che l'affetto intiero del furioso sia ancipite, diviso, travaglioso e messo in facilità de inclinare al più basso, che di sforzarsi in alto...». La strada della conoscenza filosofica è una prova continua della propria vita, sino a divenire un'irreversibile conversione che si può leggere anche nel corpo del «furioso», poiché il conflitto tra la materia e l'anima lascia certamente i suoi segni, e l'avvenuta vittoria il suo epilogo sensibile. Il filosofo sarà assente dalla vita comune, e anche da quelli che sembrano i comandi più elementari della natura. Egli è «macilento, mal nodrito, estenuato, ha difetto di sangue, copia di melanconici umori, li quali se non saranno instrumenti dell'anima disciplinata o pure d'uno spirito chiaro e lucido, menano ad insania, stoltizia e furor brutale». È un corpo esiguo e compromesso, che mostra il disequilibrio tra l'anima, potenziata nella sua ascesa, e la materia ignorata e depressa, immagine di quella morte al mondo comune che è un tema banale del neoplatonismo, ma soprattutto un corpo abitato da quei melanconici umori che, dalla filosofia classica al Rinascimento, hanno sempre contrassegnato la figura popolata dai faticosi 100

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