Il piccolo Hans - anno XIX - n. 75/76 - aut./inv. 1992-1993

dre. Il rifiuto delle teorie sessuali infantili corrisponde per Bruno al crollo della «religione egizia»: cessa ogni potere di rappresentazione, il silenzio del deserto subentra al fitto comunicarsi della divinità nelle lucertole, nei serpenti, nelle cipolle e fin nelle statue inanimate che venivano fatte parlare e governavano le fortune, le malattie e le gioie degli uomini. Il crollo lascia solo la stravaganza di segni incomprensibili. Attraverso la religione egizia Bruno viene a dirci che la forma non è la superficie delle cose ma «il più intimo» di esse. La soggettività, la qualità di soggetto, giunge allora a trovarsi dislocata presso le cose: intelletto universale, anima del mondo, dio nelle cose, a essere soggetto è la materia del mondo, natura piena di tutte le forme, sottratte alla condizione di privazione, all'abisso di appetito genitale cui le riduce l'appello attribuito alla vagina (os vulvae nunquam dicit: sufficit). Il ca_mmino che porta dal «fastidito» al «furioso» è lo stesso che, attraverso una analisi, allontana il soggetto dal terreno del!'incesto cui l'assegnano infallibilmente, ben oltre i fatti accertabili, i segni della scontentezza, lo spirito di persecuzione, la pressione dell'ira e dello stress, la smania di contrapposizione verbale. Al deperire di questi segni, una sorta di furore intellettuale, che fa sì che un soggetto ceda su tutto tranne che sulla teoria che lo costituisce, scaccia ed elimina il furor incestuoso. Dal fastidito al furioso, il soggetto tendenzialmente incestuoso del linguaggio cede il passo a un soggetto delle forme che è Uno in quanto «moltimodo, moltiforme, moltifigurato». Sergio Finzi 10

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