Il piccolo Hans - anno XIX - n. 74 - estate 1992

stanno a fondamento dell'edificio del mondo, almeno di quello visibile: la luce lo percorre a nastri (Lichtbii.nder), lo ritaglia a lame (Lichtschliff), Io invischia nella sua schiuma (Lichtschaum). Nell'opera di Celan, il dominio della luce è segnato da questi termini composti (Lichtkronen, corona di luce; Lichtnecht, servo di luce; Lichtsinn, senso di luce), e da una serie di nuclei semantici-centri di «radianza», cioè luoghi dello splendore intermittente del raggio e dell'oggetto visibile, splendore «bianco» che si oppone ai colori. Un identico splendore «scheggia i denti della vista» a Mandel'stam, viaggiatore in Armenia e - con la luce e l'aria - viene in aiuto del naturalista darwiniano, impegnato a «calcolare attentamente le distanze». En plein air, l'aria è percepita e misurata come "mezzo". Ogni grado, ogni piano dell'involucro volumetrico, grazie a questanuova precisione dello sguardo, si fa esplorabile, percorribile dal naturalista geografico mandel'stamiano. Anche a Zanzotto, in fosfenici lacerti, appare l'intermittente radianza, che subito scende bassa - soprattutto nel Galateo in Bosco - in un volo raso che distende gradazioni coloristiche più rifratte dove più è forte la pressione dell'aria, per poi distenderle sul paesaggio (o su quello che resta del paesaggio), sul Montello dove «la tragedia è rimasta nella terra e nella gente». (In «Investigando?»: «verde/viola/bufera»; sottocolori anche in «Subentusiasmi»: «da un grigio da un rosa da un semiazzurro».) Siamo scesi a toccare la terra. Nel Galateo, il Bosco è luogo di incroci e di ibridazioni, luogo di costruzione sui resti: costruzioni di versi e costruzioni di terra. «Là venne elaborato il Galateo da Giovanni della Casa», là «si svolsero le battaglie che portarono alla vittoria italiana con l'Austria-Ungheria». Là, nel camminamento, nel Meridiano basso, si afferma la «nuova terminologia geologica», già segnalata da Zanzotto in Montale. Anche nel Mistero di 86

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