Il piccolo Hans - anno XIX - n. 74 - estate 1992

Il mistero di sangue del 9 gennaio Quando un regista allestisce una rappresentazione di massa lancia nell'azione folle di persone, assegna loro un posto, come una potente corrente elettrica suscita in loro il movimento, e queste vivono sotto le sue dita, rumoreggiano, piangono, si slanciano avanti e indietro come canne sotto l'impeto del vento. Gli avvenimenti storici non hanno regista. Senza indicazioni, senza un accordo, i partecipanti escono nelle piazze e nelle strade, spinti da una sorda inquietudine fuori da una dimora nascosta. Una forza sconosciuta li lancia negli slarghi della città, in balia dell'ignoto. Va bene se si trova un tribuno e la sua voce ordina lo schieramento, la disposizione dell'elemento umano, se c'è un fine comune - una fortezza che si deve prendere, una Bastiglia che si deve distruggere. Allora il formicaio, fiaccato dal bastone, si trasforma in un ordinato sistema di vasi che affluiscono al centro, dove tutto deve finire, dove deve aver luogo l'evento. Nel tragico nove gennaio, a questa grandiosa rappresentazione di massa è mancato il centro, l'evento; le folle di persone non sono arrivate fino a Piazza Dvorcovaja. All'operaio pietroburghese non toccò di incontrarsi con 78

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