Il piccolo Hans - anno XIX - n. 74 - estate 1992

Sauerlander a Francoforte, il qui ritrovato mio conterraneo Karl Emil Franzos, devo guardarmi dal leggere la "comoda" che qui viene usata, come "a venire"!2 E comunque, non troviamo proprio in Leonce e Lena queste virgolette accompagnate da un sorriso che le parole non possono vedere, che forse non vogliono essere intese tanto come impronte di papero quanto come orecchie di coniglio, come qualcosa cioè che ascolta, non senza timore, al di là di sé e delle parole? A partire da qui, partendo dalla "comoda" quindi, ma anche nella luce dell'utopia, intraprendo - ora - la ricerca del topos: Io cerco la regione da cui provengono Reinhold Lenz e Karl Emil Franzos, che ho incontrato in Georg Biichner e sulla via che mi ha condotto fin qui. Io cerco anche, poiché sono ancora una volta là dove ho cominciato, il luogo della mia origine. Io cerco tutto questo sulla mappa con dito certo molto incerto, perché irrequieto - su una mappa di bambino, devo ammetterlo. Non è possibile trovare alcuno di questi luoghi, non esistono, ma io so dove dovrebbero essere, specialmente ora, e... trovo qualcosa! Signore e Signori, trovo qualcosa che mi consola anche un poco di aver percorso in vostra presenza questa via impossibile, questa via dell'impossibile. Io trovo ciò che unisce, e come esso guida il poema verso l'incontro. Trovo qualcosa - come la lingua - di immateriale, eppure terreno, terrestre, qualcosa di circolare, che ritorna a se stesso attraverso i due poli e così, allegramente, incrocia anche i tropi: io trovo... un Meridiano. Assieme a voi, Georg Biichner e la regione Assia poco fa ho creduto ancora una volta di attraversarlo. Paul Celan Traduzione di Giorgio Maragliano 65

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