Il piccolo Hans - anno XIX - n. 74 - estate 1992

E cosa sarebbero allora le immagini? Ciò che è stato e verrà percepito una sola volta, sempre una volta soltanto e ancora una volta, e solo qui, solo ora. E una poesia sarebbe allora il luogo in cui tutti i tropi e le immagini vogliono essere condotti ad absurdum. Ricerca dei topoi? Certo! Ma alla luce di ciò che è da esplorare: alla luce dell'u-topia. E l'uomo? E la creatura? In questa luce. Che domanda! Che pretese! È tempo di ritornare. Signore e Signori, sono alla fine- sono di nuovo all'inizio. Elargissez l'Art! Questione che giunge a noi con la sua vecchia, la sua nuova inquietudine. Assieme ad essa sono andato verso Biichner- là ho creduto di ritrovarla. Avevoprontaanche una risposta, una controparola "alla Lucile", volevo contrapporre qualcosa, esserci con la mia contraddizione. Estendere l'arte? No. Va con l'arte, piuttosto, nell'angustia che più è tua. E liberati. Anche qui, in vostra presenza, ho percorso questa via. Era un cerchio. L'arte, quindi anche la testa di Medusa, il meccanismo, gli automi, l'estraneità inquietante e tanto difficile da distinguere, ma che forse infine è una - l'arte sopravvive. Per due volte, nel "Viva il Re" di Lucile e quando il cielo si aprì come un abisso sotto i piedi di Lenz, la svolta di respiro pareva esser qui. Forse anche quando tentai di dirigermi verso quel luogo lontano e che potremmo occupare, luogo che in fondo è apparso soltanto nella figura di Lucile. E una volta, partendo dall'attenzione rivolta alle cose e alla creatura, siamo anche giunti in prossi63

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