Il piccolo Hans - anno XIX - n. 74 - estate 1992

guerra in corso, qualcuno, raro, in licenza straordinaria. Ritorno, negli anni sessanta, per un viaggio di nostalgia e di ricordi. Tutto - a parte me stesso - mi appare come ventanni prima: le facciate settecentesche della Hauptstrasse, le vaste piazze silenziose, le chiese di granito rosso, il Castello-posato sulla collina, l'azzurro del Neckar, il verde della foresta. Ripercorro l'Anlage, in cerca di uno dei luoghi che più mi era stato caro; dove il bosco sembrava inoltrarsi nella città, lambirla, carezzarla con il suono e i bagliori di una cascata, della sua conca di frescura. Non più. Adesso, a tagliare la città dal bosco, a deviare le acque già allegre, corre un tratto di autostrada a doppia corsia, con il suo asfalto, i suoi segnali indicatori, le fauci delle due gallerie scavate nella collina. I Barberini hanno fatto ciò che la barbarie della guerra aveva, occasionalmente, risparmiato. 1991, ancora un ritorno. Questa volta nel Chianti, ai cui margini eravamo accampati con il nostro reparto di partigiani; entro cui ci inoltravamo a volte per i nostri giri di perlustrazione. Adesso il paesaggio mi si dispiega alla vista dal giardino di una villa ospitale. Il giorno è terso, e la luce investe - là dove i vigneti si arrestano - i dossi ricoperti dal fitto verdissimo dei pini, delle conifere. Qualcuno, tra noi, afferma che il paesaggio che abbiamo davanti agli occhi, forse, non è il più bello del mondo, ma certo nel mondo non ha riscontri per.la sua dolcezza antica, per l'umana civiltà che traspare dai suoi coltivi, dalle sparse abitazioni, dalle piccole chiese di pietra. Ma l'occhio si ferma, tra il verde, nellelunghe ferite brunastre, spoglie, tracce degli incendi appiccati ad arte - nella speranza, si dice, di potere, prima o poi, in deroga alle leggi vigenti, costruire per vendere, o affittare, a peso d'oro. La guerra di Troia non è terminata. 40

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