Il piccolo Hans - anno XIX - n. 74 - estate 1992

dendo - eppure c'è andata in mezzo, a quel che stava succedendo. C'è andata in mezzo, ed è stata in grado di tornare di nuovo alla luce del sole, "arricchita" da tutto ciò. In questa lingua ho cercato, allora e negli anni che sono passati da allora, di scrivere poesie - per fare in modo di parlare, per orientarmi, per esplorare dove mi trovassi e dove stessi andando, per farmi uno schizzo esterno della realtà. Questo, vedete, era evento, movimento, uno stare sottotraccia, un tentativo di recuperare una direzione. E se dovessi rispondere sul significato di questa, direi che sarebbe come chiedersi il significato della lancetta dell'orologio. ...Questi sono gli sforzi di uno cui sono scorse sopra le stelle di ciò che l'uomo sa fare, uno talmente privo di riparo quanto finora non fu nemmeno possibile immaginarsi, e in questo modo del tutto misteriosamente espulso all'esterno, che con tutto il proprio essere va verso la lingua, afflitto dalla realtà, e insieme in cerca di essa [wirklichkeitswund und Wirklichkeit suchend]. (Brema, discorso, 1958) Andare in cerca della realtà significa insieme disporsi a esplorare il male da essa inflitto - rivoltare e cercare di penetrare la condizione di afflitto, di ferito dalla realtà [wirklichkeitswund] - e al tempo stesso tentare di riemergere dallaparalisi di questa condizione, per impegnare la realtà come un venire incontro [Wirklichkeit suchend], un movimento, e come una necessità vitale, e critica, di metterla in circolo. È oltre il trauma d'essere afflitto, ma nondimeno è da dentro la ferita, e dall'interno dell'essere feriti, che l'evento, sebbene possa essere incomprensibile, diventa accessibile. La ferita dà accesso alle tenebre nelle quali la lingua deve inoltrarsi e che deve attraversare nel suo passaggio il proprio «spaventoso ammutolimento». Andare in cer22

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