Il piccolo Hans - anno XIX - n. 74 - estate 1992

to con cui combattere. Avremmo dovuto ricevere stivali da combattimento, ma non arrivarono mai. Le uniche granate che trovai erano incendiarie, il che faceva di O'Hare e di me due potenziali piromani. Non riuscii mai a vedere nemmeno uno dei nostri carri armati o un aereoplano. Avremmo potuto essere benissimo la cavalleria polacca che nel 1939 si difendeva da un attacco improvviso. Di conseguenza perdemmo. (Che altro avremmo potuto fare?) Molti anni dopo, Irwin Shaw, autore di un grande romanzo sulla guerra in Europa, I giovani leoni (ma che non riuscì mai a entrare nell'American Academy and Institute of Arts and Letters), mi disse in tutta franchezza che non aveva nemmeno sentito parlare della mia divisione. Aveva invece sentito parlare di tutte le altre. Tuttavia a Indianapolis facevamo notizia, come fossimo la sua divisione, dal momento che ci eravamo addestrati lì vicino. Laggiù eravamo degli eroi. (Altri eroi di Indianapolis: la coraggiosa ciurma dell'incrociatore lndianapolis, che trasportò a Guam la prima bomba atomica, poi lanciata suHiroshima. In seguito l' lndianapolis fu affondata da aerei suicidi giapponesi e un gran numero di sopravvissuti fu divorato vivodagli squali. Niente male come guerra se confrontata con gli attacchi spettacolari contro piccoli paesi messi in scena da Reagan e da Bush per distogliere la nostra attenzione dai crimini dei loro amici più intimi e dei maggiori sostenitori delle loro campagne elettorali!) Così O'Hare e io rimanemmo una coppia felicemente sposata per tutta la nostra esperienza di prigionieri di guerra. [...] Dopo la guerra, sebbene ci fossimo sposati con delle donne, continuammo a preoccuparci di dove si trovava l'altro, di come stava, di che cosa faceva, ecc., e a fare delle battute, fino a poco dopo la mezzanotte del 9 giugno 1990, data che per me rimarrà sempre odiosa. È il giorno in cui il mio compagno morì. 152

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