Il piccolo Hans - anno XIX - n. 74 - estate 1992

un frondoso mare» (Galateo, pp. 20-21). La storia, o meglio la microstoria da cui è puntellata la quotidianità della vita nel bosco (repertorio favolistico, aneddoti, piccole sopraffazioni nella vita di ogni giorno), trova compenso alla sua dispersa varietà proprio nella regione formale del mandala. Coniugare bellezza («beltà») e forma non significa solo l'innocente ripescaggio di un topos vecchissimo; infatti assistiamo in Zanzottci allo scatto che fa convergere un puro giudizio di gusto formale in un giudizio, se vogliamo, logico-gnoseologico: la forma perfetta, «sentita» come finalità senza scopo della tradizione kantiana, diventa anche immagine di un mondo medicato e ridotto alle sue linee di forza essenziali che, espunta la contingente contraddittorietà e incoerenza, si fanno riconoscere come connessioni, legami, «probabile inanellarsi di tutti tra tutti e inoltre tutti»46 , «accordo del molteplice in un'unità». Vale infatti anche per Il galateo in bosco la nota introduttiva a Fosfeni: «Sotto il nome di logos va qui ogni forza insistente e benigna di raccordo, comunicazione, interlegame che attraversa le realtà le fantasie le parole, e tende anche a "donarle", a metterle in rapporto con un fondamento (?)»47; dove il punto interrogativo indica la perplessità di fronte a qualsiasi fondamento positivo, che assurga al ruolo di «Gran Significante»: il «fondamento» del gioco della realtà non essendo forse altro che un'oggettiva finalità senza scopo che si fa riconoscere come «bellezza-beltà». Breve storia dell1PERSONETTO Considerati come un corpo unico, nei termini di un'unica vicenda che si dipana per 224 versi, i sedici sonetti si organizzano attorno ad alcuni nuclei semantici principali: questi ci parlano di difficile equilibrio tra verità e 136

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