Il piccolo Hans - anno XIX - n. 74 - estate 1992

teria bruta. «Non c'è dunque fenomenalità che riduca il segno o la rappresentazione per lasciare infine la cosa significata brillare nello splendore della sua presenza. La cosiddetta "cosa stessa" è già da sempre un representamen sottratto alla semplicità dell'evidenza intuitiva. Il representamen funziona soltanto suscitando un interpretante che diventa a sua volta segno, e così all'infinito. L'identità a sé del significato si sottrae e si sposta incessantemente»38. Ecco allora che la scrittura, «segno di segno»39 , non è che un aspetto, qualitativamente non privilegiato, della generale scrittura della realtà (dell'«archiscrittura»). La civile convivenza, il Galateo in bosco, la proteiforme vitalità della natura sono effettivamente, non metaforicamente, all'interno di uno stesso ordine (reticolo connettivo), in cui possono avvenire scambi e comunicazioni da un livello all'altro. Ogni livello è tuttavia sospeso, in un fragile equilibrio: sotto di sé il nulla, la dissoluzione delle forme; sopra di sé il caos, che sfugge alla formalizzazione. Diciamo con Agosti: «dai processi confusivi in cui si dissolvono gli oggetti concettuali e i sistemi di significato, alle derive del detrito e dell'eterogeneo che di quei sistemi non fanno parte»40 • Possiamo allora considerare il problema avanzato dai quattordici versi della POSTILLA all'IPERSONETTO (anticipandone l'esplicita tematizzazione), che riproduciamo per esteso: «Somma di sommi d'irrealtà, paese/ che a zero smotta e pur genera a vista/ vermi mutanti in dèi, così che acquista/ nel suo perdersi e inventa e inforca imprese,// vanno da falso a falso tue contese,/ ma in sì variata ed infinita lista/ che quanto in falso qui s'intigna e intrista/ là col vero via guizza a nozze e intese.// Falso pur io, clone di tanto falso,/ od aborto, e peggiore in ciò del padre,/ accalco detti in fatto ovver misfatto:// così ancora di te mi sono avvalso,/ di te sonetto, righe infami e ladre -/ mandala in cui di frusto in frusto accatto» (Galateo, p. 74). 129

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