Il piccolo Hans - anno XIX - n. 74 - estate 1992

tutto si perde/ qui scalini scalpìti scolfiti di morti moti sono il verde» (Galateo, p. 101). Ma uomo e natura non si contrappongono soltanto come due minacciose alterità incommensurabili. c) «La natura scrive la propria storia»: comunemente questa affermazione fa pensare ad una metafora. La moderna ricerca scientifica ed epistemologica propone un'essenziale correzione: di intendere la metafora nel senso proprio. È qualcosa che aveva già intuito il vecchio Aristotele nella sua teoria delle forme, «in quanto questa pone alla base lo schema della riproduzione di una matrice preformata e compiuta, nel quale schema soltanto la materia, che di per sé è priva di determinazioni, rappresenta il principio unitario della realizzazione concreta della forma. È la natura che procede come la mano scrive, spiegando l'unità della sua virtus nellamolteplicità delle sue forme»31. Non si può parlare nemmeno metaforicamente di «leggibilità» del testo naturale, «poiché la natura che scrive se stessa, come tale non ha, con ciò che pone davanti a se stessa, nient'altro da dire e nessuno cui dire qualcosa»32. Con Derrida arriviamo allora all'introduzione del concetto di «archiscrittura»: «Questa sarebbe all'opera non solo nella forma e nella sostanza dell'espressione grafica, ma anche in quelle dell'espressione non grafica. Essa costituirebbe non solo lo schema che unisce la forma ad ogni sostanza, grafica od altro, ma il movimento della signfunction che lega un contenuto ad un'espressione, sia essa grafica o no»33. Concretamente dobbiamo pensare al gramma, alle iscrizioni sui «pro-grammi» che regolano le infinite manifestazioni della vita: «Dall'"iscrizione genetica" e dalle "corte catene" programmatiche che regolano il comportamento dell'ameba o dell'anellide fino al passaggio, al di là della scrittura alfabetica, agli ordini del logos e di un certo homo sapiens, la possibilità del gramma struttura il movimento della sua storia secondo i livelli, tipi, ritmi rigorosamente originali»34 . La «scrittura 126

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