Il piccolo Hans - anno XIX - n. 74 - estate 1992

si mantenga aperto al di là del semplice rimemorare. Leggiamo questi versi tratti da (ILL) (ILL): «Nulla di quanto sussiste/ e si dichiara a spari a urli a frufru/ appena oltre i sensibili bambù/ che a tutto fanno spallucce -/ nulla ci appartiene di questo, nulla del presente/ e del futuro se non nella spaccatura/ nel netto clivaggio che solo l'occhio tuo/ già fossile/ riesce ad angolare/ produce nella compattezza/ nella monomania/ della vita della poesia e compagnia» (Galateo, p. 88). Al di là del referente lacaniano («clivaggio» in particolare), la concezione del tempo e della storia che ci pare di evincere dalla lettura di questi versi, si può esprimere così: da un passato carico di attualità che ci guarda, giunge la spinta a «far saltare» il presente compatto, a produrre una «spaccatura» nel suo monomaniaco continuum, in modo che esso torni ad appartenerci allargando l'area della «sussistenzaresistenza». Pur interpretando questi versi con le parole del Benjamin delle Tesi di filosofia della storia (la XIV), non vogliamo certo fare di Zanzotto un materialista storico post litteram, ma verificare nel nostro poeta la peculiarità di uno sguardo rivolto al passato che non sia solo di pietà e museificazione di quello che è stato. Quando poche pagine oltre Zanzotto scrive: «Attraverso contropelo le stagioni/ con cattiveria e immortalità e immoralità» (Galateo, p. 95), noi comprendiamo che il suo avanzare verso il futuro, oltre che contrastato e non pacifico, in conflitto con uno standard medio di comportamento (con «cattiveria» e «immoralità»), trae forza dallo sguardo rivolto continuamente al passato («Attraverso contropelo le stagioni»): è un avanzare rinculando, un po' da dantesca bolgia degli indovini. Ma più di Dante, vale ancora richiamare il Benjamin delle Tesi: «Il passato reca seco un indice temporale che lo rimanda alla redenzione. C'è un'intesa segreta fra le generazioni passate e la nostra. Noi siamo stati attesi sulla terra. A noi, come ad ogni generazione che ci ha preceduto, è stata data in dote una 121

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