Il piccolo Hans - anno XIX - n. 74 - estate 1992

no in una sorprendente unità: «Eritemi ovunque, causati da fortissime diffrazioni e riverberi relativi a una/ partita non-giocata con Carte Trevisane da non esistenti né meglio identificabili giocatori e/ ripresa col grandangolare/ quasi a fish-eye,/ quasi rimorsi a mazzetto/ vuoti di memoria a pacchetto/ di schede bianche» (Galateo, p. 18). La memoria che comincia a ricordare è in realtà tarlata da «vuoti di memoria a pacchetto»: la continuità e congruenza della storia è rotta dall'impossibilità di ricordare (Nietzsche direbbe dalla necessità di dimenticare). Esiste un enorme residuo che è impossibile recuperare dal1'oblio. Il mazzo di carte con cui si gioca questo azzardato tentativo di disseppellire il passato è pieno di «schede bianche». La penultima lirica della raccolta ribadirà: «Figure o meglio vuoti di memoria/ incongruità specifiche, mossa più mossa/ della luce mai usabile, né sotto il moggio né là/ sul vertice donde accecherà» (Galateo, p. 106). È importante allora conoscere la consistenza del «tempo» che consente o impedisce questi recuperi. Leggiamo ancora in DIFFRAZIONI, ERITEMI: «impudenza, demenza del ricordare[...]// precipitando nella più infima feccia/ del tempo» (Galateo, p. 20); e in SONO GLI STESSI: «cupo del fegato di cieli-piogge/ mi ruttano controtempo e feccia/ accumulo intrigo gastrico di tempo» (Galateo, p. 49). Il tempo è assimilabile a un organismo purulento (questomotivo conseguirà un grandioso sviluppo nella lirica Periscopi di Fosfeni); deve espellere continuamente «materia» scatologica per mantenere in una precaria omeostasi il suo organismo malato. Al poeta non interessa il tempo che procede linearmente cercando di mascherare la propria malattia (i vuoti, i salti, gli avvolgimenti); egli precipita nel materiale di scarto, accumula i residui, e dalla regione della deiezione smaschera il carattere discreto, non lineare, prevaricante del tempo. Conviene farsi spiegare dallo stesso Zanzotto il senso del titolo della poesia: «Si parla di "diffrazione", quando 119

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