Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 72 - inverno 1991-1992

quello di The Grasshopper, non vi è una reale corrispondenza, essendo, come s'è detto, la visione di Abendsen dichiaratamente filoccidentale, più della Storia stessa. Nel romanzo dello scrittore americano immaginario, difatti, la guerra è stata in realtà vinta dalla Gran Bretagna e dagli USA, essendo l'Unione Sovietica crollata sotto gli attacchi nazisti, al punto da rimanere smembrata anche dopo la guerra e da non riuscire ad impedire quella che si potrebbe chiamare la restaurazione occidentale (in Russia, insomma, sono tornati gli zar, e l'intera nazione non è altro che un protettorato inglese). Ovunque, a perdita d'occhio, nel mondo, vi è solo Occidente, nelle sue sperequazioni razziali (della società inglese si dice che è fortemente divisa in caste) o nel suo travolgente liberismo economico. Da questo punto di vista, vi è un passo di The Grasshopper che ci rimanda ancora una volta alla newfronteer kennedyana, questa volta non presa alla rovescia nel trionfo dei «comuni nemici dell'uomo» ma addirittura magnificata nel suo stesso verso, condotto ad un estremo tale da apparire orribile, autoritario e disumanizzato quale il sociale sortito dalla vittoria dell'Asse. Per comprendere quanto detto, seguiamo quale destino tocca, ad esempio, alla Cina nel «mondo due» descritto da Abendsen: ... What had China been? Yearning, one needful commingled entity looking towards the West, its great democratic President, Chiang Kai-shek, who had led the Chinese people through the years of war, now into the years of peace, into the Decade of Rebuilding. [...] And from whence would come the crack of thunder which would rouse the giant? Chiang had known that, even during the struggle to defeatJapan. It would come from the United States. And, by 1950, American technicians and engineers, teachers, doctors, agronomists, swarming like some new life form into each province, each - [...] 95

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