Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 72 - inverno 1991-1992

condo ritmi industriali, per poi in superficie dimenticare il fango su cui si posero le fondamenta; bene, quest'angoscia occorre che s'impari a condividere con le pagine di questo libro, se si vuole durare la fatica di portarne a termine la lettura. La piccola storia, al suo interno, si dipana lentamente, secondo una predilezione per le strutture corali, rette da improvvisi incroci di destini, tipica della maggior parte della narrativa dickiana, sempre poco propensa ad infarcire di fatti inauditi un personaggio unico, e risolta invece in una frantumazione di narrati, quasi che, ed è posizione fra le più logicamente ed esteticamente legittime, data la priorità nella science fiction della costruzione dell'universo di riferimento (che si sa lontano dal nostro), ad essa venga affidato il compito di essere la narrazione e ai personaggi, piuttosto, il ruolo ausilare di chi non può che farsene luogotenente. Agitati dal consueto immalinconire delle vite private che regola gli universi domestici puntigliosamente riprodotti da Philip K. Dick, i personaggi partecipano della storia, della grande Storia che li travalica, semplicemente perché vi sono immersi, per il fatto stesso di essere supposti esistere; come ognuno di noi, nel proprio precipizio biologico, partecipa della presunta estraneità della Storia che ci determina. Pure, a ciascuno di loro, proprio perché tanto condizionati, e orchestrati nella supposta indolenza delle loro esistenze periferiche, sarà dato incontrare il limite stesso dell'estraneità della Storia, vi sbatteranno il muso, e ne resteranno sfigurati. La storia, la piccola storia, si diceva, si dipana lentamente, sostanzialmente ambientata nei Pacific States of America e, in parte, nei Rocky Mountain States, inseguendo le vicissitudini dell'antiquario americano Robert Childan e dell'artigiano Frank Frink (nato Fink, ebreo miracolosamente sfuggito alla «soluzione finale»), della sua ex moglie Juliana e del falso italiano Joe Cinnadella (in realtà svizzero tedesco, agente della S.D., sigla dietro cui si nasconde la vecchia Gestapo), del pacifico uomo d'affari giappone74

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