Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 72 - inverno 1991-1992

quentati della letteratura di consumo postbellica, la sciencefiction intendo, incrociò l'inquietante incipit con cui s'è gareggiato, il 1962 andava declinando, e con esso il sogno kennedyano così com'era stato tracciato nel discorso sullo stato dell'Unione del 29 gennaio 1961, quando il giovane presidente aveva identificato nella lotta alla tirannide, alla miseria, alla malattia e alla guerra la coazione alla frontiera dell'immaginario di un popolo di coloni. La facilità con cui, pertanto, The Man in the High Castle conquistò lettori e critici, al punto da consentire da quel momento in poi a Philip K. Dick di vivere della propria scrittura, assume particolare rilievo per la ricostruzione della tipologia culturale di un'epoca che si potrebbe considerare decisiva per il dilagare della cultura massmediale. Non pochi, difatti, appaiono gli elementi in aperta dissonanza, e pertanto virtualmente oscuri per chi è avvezzo a nutrirsi d'una imperante falsa chiarezza, presenti in quest'opera, sia nella sua intima struttura (una sciencefiction che si sottrae alla rassicurante lontananza del futuro per ripiegare, ma alterandolo, e alternandolo, nello stesso anno di composizione del romanzo) sia nel palese rovesciamento della megafonia democratica e di giustizia sociale su cui aveva fondato il suo successo il presidente Kennedy. La storia, si diceva, è ambientata sì nel 1962, ma con la sostanziale differenza che l'Asse ha vinto la guerra. Il vento gelido della Storia, di quella che non è stata, di quella cioè che, come ogni procedimento narrativo, s'affida al condizionale, ha stravolto in queste pagine gli oggetti che ci sono noti, ricomponendoli però in un ordine nel quale, in tutta franchezza, il lettore non tarda a ritrovare un posto, riconoscendo con relativa facilità gli elementi rimessi in gioco, al punto da ritrovare in questa prospettiva sul mondo un luogo d'osservazione e di partecipazione addirittura immediato. L'angoscia, diciamo pure l'angoscia sociale, quella sulla quale ha edificato una cultura presuntamente sopravvissuta ai campi di sterminio e alla morte comminata se73

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==