Il piccolo Hans - anno XVIII - n. 72 - inverno 1991-1992

NoTE 1 Avvenimenti non imprevedibili da un punto di vista di filosofia della storia, di dialettica intercorrente tra coscienza ed essere; in questo caso, della funzione dell'ideologia nel sistema sovietico e della sua fisicamente constatabile scomparsa nel blocco orientale. Dal punto di vista storico veniva più plausibile ancora nel 1984 «l'ipotesi, rivelatasi erronea a confronto degli avvenimenti in corso, che il comunismo, esauritosi come forza positiva, potesse ancora mantenere in piedi per un verso la sua forza materiale e per l'altro la sua capacità di attrazione almeno nei paesi del sottosviluppo o dello scarso sviluppo» (Salvadori M.L., Europa America marxismo, Torino, Einaudi, 1990). Cfr. il mio articolo Panoramica del socialismo reale, «Libro aperto», settembre-ottobre 1985, pp. 54-5. 2 Anche per un Tocqueville nel 1848 la «Révolution» appare un processo in divenire con un possibile esito antiproprietario; il rigetto dell'esperimento comunista «in un paese solo» sembra chiudere definitivamente il conto a favore del valore epocale borghese della rivoluzione francese. 3 Che la rivoluzione francese trova il suo senso paradossalmente nella precedente rivoluzione americana e soprattutto nella «democrazia» americana risultante dall'interpretazione tocquevilliana di un processo infinito verso l'uguaglianza sociale. 4 Cfr. Raniero La Valle, in Napoleoni C., Cercate ancora, Roma, Editori Riuniti, 1990, p. XXII. La vagheggiata fuga nell'heideggerismo qui non meno che nel Discorso sull'economia politica (Torino, Boringhieri, 1985) possiede fragili basi filosofiche, e appare disperata e disperante. 5 Recentemente anche Cerroni U., Verso un nuovo pensiero politico, in Socialismo liberale. Il dialogo con Bobbio oggi, l'Unità, 1989, pp. 118-9. Similmente Ralph Dahrendorf ne parla come «modernizzazione per ritardatari» (1989. Riflessioni sulla rivoluzione in Europa, Bari, Laterza, 1990, p. 94). 6 Il 1989 ha per contrario confutato una tesi, non del tutto in passato respinta neppure da Norberto Bobbio, di una impossibilità di passaggio dalla democrazia formale borghese al socialismo a causa dell'irricuperabile vantaggio di posizione storicamente acquisito. 7 «I discepoli hanno, quasi sempre, esercitato un'influenza nefasta sul pensiero di colui che chiamavano maestro, e che spesso si credeva obbligato a seguirli. Non sembra discutibile che fu per Marx un vero disastro l'essere stato trasformato in capopartito, da giovani entusiasti. Egli avrebbe fatto molte più cose utili se non fosse stato lo schiavo dei marxisti» (Sorel, op. cit., pp. 57-8). Si allude anche ad Engels? Si tenga a mente che la pubblicazione del Capitale rappresentò per Marx anche l'assolvimento del suo giovanile accordo-contratto con l'amico. 8 In data 4 e 7 settembre 1939: «Ero quasi certo che gli Inglesi avrebbero fatto marcia indietro all'ultimo minuto. Ma sembra che Churchill ce l'abbia fatta. Il problema adesso è se la guerra la faranno veramente»; «Di fatto il patto russo-tedesco ha cominciato col rendere più limpida l'atmosfera. Abbiamo una guerra tra stati imperialistici» (Bertolt Brecht, Dia68

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