lettuali quanto più lontani dalla scena dei fatti e da ogni sensibilità politica. Gramsci aveva compreso la necessità del consenso come rilegittimazione interna del progetto comunista attraverso una riedificazione di quelle necessarie «masse spirituali», legate al lavoro, in senso meno astratto e ideologico, cercando in sostanza di puntare su una specie di Beruf, quale del resto Marx stesso aveva indicato come unica soluzione del problema della realizzazione del comunismo, e che era implicito nell'immanentismo laico religioso crociano; su una specie di comunità organica di lavoro che crescesse - come di nuovo Marx aveva rapsodicamente indicato - dalla realtà storica dell'organizzazione del lavoro (al di fuori di melliflui sentimenti di solidarietà e analoghi). Il consenso si poteva formare sulla base di tale continuità attraverso la mediazione di Consigli, concepiti piuttosto come partecipazione e direzione economica che come strumenti politici, come svolta organica dell'organizzazione capitalistica. In questo sta il fascino dell'utopia gramsciana (largamente mediata dall'immanentismo classista dell'anarco-sindacalismo). Lukacs ha fondato il signifo(ato storico-metafisico della rivoluzione; Gramsci l'utopia dello Stato costruttore del comunismo. In entrambi il Partito - che per entrambi era stato più un punto d'arrivo ideologico che una premessa - che incarnava la figura stessa del comunismo come storica coscienza fenomenologica, e di cui essi furono le maggiori e più nobili espressioni, era presente con funzioni di legittimo mediatore e necessario demiurgo, come motore che comunicava al tutto il passaggio dalla potenza all'atto. In Lukacs era più presente che in Gramsci la coscienza delle difficoltà per il partito stesso di essere una realtàfreischwebend, immune dalla contaminazione della storia. In questa contaminazione stava il principio della caduta e del fallimento della società etica kantiana, che il leninismo nella sua ripetizione certo inconscia aveva voluto trasformare 62
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